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Black Madonna

4 Apr

La montagna guarda il mare lì vicino, che non la degna di uno sguardo.
Piante selvatiche che diradano dalla valle fino alle prime dune formate dal vento, poi solo sabbia che arriva a bagnarsi sulla battigia, con acqua salmastra trascinata a riva da onde incuranti del loro destino.
Orme che si perdono.
Un motorino abbandonato dietro le dune, uno zaino poco più avanti.
Nessuna traccia dei due ragazzi arrivati fino a lì.
Mozziconi di sigaretta e filtri anneriti.
L’asfalto è una lingua scura tra la montagna ed il mare, percorso pigramente a intervalli irregolari.
Un’ombra sembra fissare l’orizzonte, ma l’orizzonte non è dove lo sguardo si posa davvero.
Un altro bicchiere svuotato tutto d’un fiato, un’altra giornata passata. Altri colori nel cielo.
Nessuno intorno per chilometri e chilometri.
Sigarette e sogni ad occhi aperti, nessuna realtà da salvare, solo un mucchio di immagini in memoria.
Numeri sognati e mai giocati.
Un uomo qualsiasi conta i pochi spiccioli che ha in tasca, pensando a come fare finire la giornata, la settimana, la storia in divenire che è diventata solo uno still frame, quello in cui si beve un ultimo bicchiere, fermo nel momento in cui lo porta dalla bocca al tavolo basso multicolore.
Fumo denso davanti all’obiettivo, nessun suono.
La musica devi immaginarla tu che sai che roba mi piace.
O tu che non ne hai idea.
Le due anime dietro ad ogni indecisione.
Avrà ragione la terza.
Che è sempre la migliore.
Odore di salsedine e crema solare, di acredine e guerra totale.
Un’ombra si aggira su questa spiaggia deserta, cerca i due ragazzi scomparsi, che forse sono lo stesso ragazzo e le sue molteplici personalità.
È rimasta sola, come è sola la montagna che guarda il mare.
È un’ombra lunga del sole al tramonto.
Nessuno intorno.
Nessuno chiamerà.
Nessuno risponderà.
Lo stomaco ed il cuore hanno smesso di parlarsi, il cervello si è deciso a prendere distanze da tutto.
E ognuno sembra andare per la sua strada.
Ci vedremo all’arrivo dice il più saggio.
E sa che poco importa chi sarà il primo ad arrivare: fino a che l’ultimo non sarà giunto non si potrà considerare finito questo viaggio interminabile.
-siamo arrivati? Dice la bambina
-quanto manca? Chiede insistente
Nessuno risponde, nessuno alla guida.
Un’intelligenza artificiale fatta di sangue e tessuti. Artificiale perché simulata.
È solo una naturale stupidità che ha imparato a fingere bene.
-siete voi a pensare che io sia sensibile e raziocinante, la realtà è che sono una scimmia depilata con poche emozioni sbagliate, ma più lo ripeto più non ci credete.
L’ombra cammina fino alla strada, ha superato lo zaino, il motorino, le dune, i cespugli. Adesso è fermo sulla lingua nera di asfalto lucido.
Si guarda intorno curioso, cerca l’evitante e l’ansioso, sapendo che sono la stessa persona in due orari diversi, in due giorni diversi, in due situazioni diverse.
Saprebbe cosa dire ad entrambi, ma sempre al momento sbagliato.
Due cani corrono giù dalla montagna, felici, lingue penzolanti fuori da bocche spalancate, persi in sorrisi estasiati, inciampando nelle loro stesse zampe, ruzzolando e continuando a correre.
Mentre il sole leggero sparisce dietro le gobbe delle colline, il mare geloso vorrebbe il tramonto solo per sé, ma la costa è quella sbagliata.

“Call me when you’re ready to be real
Black Madonna, hallelujah
Makes no difference here, so let’s be real
Black Madonna, my black flower
Nowhere left to run, nowhere left to hide
You’re not havin’ fun, I think that you should ride
Call me when you’re ready to be real
Black Madonna, my hallelujah”*




*C.t.E. Black Madonna