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Canti di guerra

3 Apr

La nostalgia è un fantasma e l’allegria è una bugiarda;
La testa al mattino gira sempre troppo veloce e la notte gli occhi restano aperti.
Per dormire nove ore filate c’è bisogno di tante di quelle tennents che preferisco dormirne quattro, quando va bene, di fila.
Ci si disintossica da un veleno solo ingurgitando un veleno diverso.
Voci lontane sempre presenti, anche se ci sarebbe solo bisogno di silenzio.
Rumore di mare e di gabbiani, onde sugli scogli, la schiuma che si infrange e le alghe sul bagnasciuga.
Il cuore è un mosaico scomposto, un puzzle pieno di pezzi sbagliati, tessere mescolate che non torneranno mai insieme.
Una melodia triste nell’aria fresca e leggera.
Il mondo brucia senza futuro, quanti anni sono che senti questa canzone?
Non è una canzone d’amore ma un canto di guerra.
I civili trucidati, donne e bambini ridotti alla fame. Il cibo e l’acqua usati come esca per stanarli, e poi falciarli con fucili automatici d’assalto.
Vecchie foto in galleria, nuove vittime in corsia.
Il mondo brucia senza futuro, quanti anni sono che ripeto la stessa canzone?
Il male è oscuro e sta vincendo ovunque sulla terra.
Sta vincendo nella testa delle persone al sicuro nelle loro case. Sta vincendo nelle opinioni personali.
L’empatia è una malattia, l’unica che non contagia.
Riempito il bicchiere si svuota di colpo.
Un’altra bottiglia da mettere via.

“You can drive all night
Lookin’ for the answers in the pourin’ rain
You wanna find peace of mind
Lookin’ for the answer
If we can find a reason, a reason to change
Lookin’ for the answers
If you can find a reason, a reason to stay
Standin’ in the pourin’ rain”*1

Il bicchiere si svuota ed il portacenere si riempie di promesse non mantenute.
Padre nostro che sei nei cieli
smetti per una volta di guardare da questa parte.
Il problema non è non credere in dio, il problema è che dio crede in te.
E si prega sempre e solo chi non ascolta, e si prega sempre in silenzio.
Anche quando si prega sé stessi, per una volta, di prendere una decisione.
In bilico come un funambolo tra due grattacieli, il vento che soffia fortissimo, anche se non abbastanza da spegnere i dubbi e i ricordi.
Vecchi bisogni e nuove realtà, in una porzione di spazio dove cercare di non pensare è un’utopia e pensare una perdita di tempo.
La mia coscienza sporca di fuliggine e fango e giuramenti infranti.
Sorridi per la foto, e non strizzare gli occhi per il flash.
Ma sono solo lacrime improvvise.
Solo acqua salata dagli occhi chiari.
In bilico come un tuffatore sul trampolino, sopra una piscina vuota.
Le mie parole oscure, criptiche come bugie da non svelare nemmeno a sé stessi, si rincorrono tra fogli di carta e pagine virtuali.
Perdo soldi anche nel sonno e nel sogno.
Bisogno.
Necessità.
Voglia.
Paura.
Questo c’è nel mio vecchio sangue raggrumato, coagulato, seccato.
Lame nel cuore, sette dolori come sette sono i vizi capitali e come sette sono le virtù cardinali.
Sette pugnali, sette giorni a settimana.
Sette notti da passare.
Con gli occhi che non vogliono mai restare chiusi abbastanza.

“Tell me why I’m forced to live in this skin
Tell me why I’m forced to live in this skin
I’m an alien, I’m just an alien, oh
Tell me why I was born to live in this skin
Tell me how I’m supposed to be forgiven
With my hand in the hive and the sun in my eyes, yeah”*2

Cage the Elephant
*1 cigarette daydream
*2 broken boy